Tempestive, probabilmente quasi immediate, rielaborazioni di note o di ricordi presi sul posto, i repertori di Luigi Lanzi, conservati presso la Biblioteca degli Uffizi, testimoniano le capillari ricognizioni lanziane, fondamentali per la costruzione della Storia pittorica.
Il taccuino tosco-romano, redatto in gran parte tra il 1778 e i primi anni Ottanta, permette di misurare il trapasso da una cultura incentrata esclusivamente sulla considerazione di monumenti e reperti antichi ad una progressiva acquisizione di competenze in campo storico artistico. Il testo dunque si configura come luogo di una privata sperimentazione di tecniche descrittive e di un lessico che deve necessariamente far riferimento a una tradizione storiografica diversa da quella dell’antiquaria. Il taccuino veneto si colloca invece nel 1793, all’indomani della pubblicazione della Storia pittorica dell’Italia inferiore, quando Lanzi, avendo già maturato una forte consapevolezza critica, affronta i materiali che costituiranno la base della prima edizione bassanese (1795-1796).
Viaggio del 1793 per lo stato Veneto e Venezia stessa
Taccuino di Roma e di Toscana (1778-1789)